Sorprendente: ecco le piante più antiche del mondo che sono sopravvissute ai dinosauri

Le piante più antiche del nostro pianeta rappresentano veri e propri fossili viventi, testimoni silenziosi di un’epoca remota che risale a centinaia di milioni di anni fa, ben prima della comparsa dell’uomo e contemporanee dei dinosauri. Queste straordinarie forme di vita non solo sono riuscite a sopravvivere alle devastanti estinzioni di massa che hanno colpito la Terra, ma hanno saputo adattarsi a profondi cambiamenti climatici e geologici, mantenendo caratteristiche morfologiche e strutturali quasi inalterate nel tempo. Ancora oggi, alcune di queste specie popolano silenziosamente foreste, giardini e parchi urbani, portando con sé una storia affascinante e millenaria.

Ginkgo biloba: il fossile vivente per eccellenza

Fra le piante che meglio incarnano il concetto di fossile vivente spicca senza dubbio il Ginkgo biloba. Questa specie arborea è comparsa sulla Terra circa 270 milioni di anni fa, durante il periodo Permiano, molto prima dell’estinzione di massa del Cretaceo-Paleogene e degli stessi dinosauri. Il Ginkgo è l’unico rappresentante vivente dell’ordine Ginkgoales, un gruppo che prosperava durante l’era dei dinosauri ma che, nel corso dei millenni, ha visto tutte le altre specie estinguersi.

Caratterizzato da una straordinaria resilienza alle malattie, all’inquinamento e alle variazioni climatiche, il Ginkgo biloba è oggi diffuso soprattutto come albero ornamentale nelle città moderne. Tuttavia, la sua morfologia fogliare – a ventaglio, distintiva, con venature dicotomiche – è pressoché identica a quella riscontrata nei reperti fossili del Giurassico. Questa stabilità evolutiva lo rende un oggetto di studio privilegiato per paleobotanici e botanici di tutto il mondo.

Cicadacee, felci, equiseti e altri testimoni del passato

Un’altra famiglia di piante antichissime che si sono affermate ben prima dell’era dei dinosauri sono le cicadee (Cycas). Queste piante, spesso erroneamente confuse con le palme per via delle lunghe foglie pennate, sono invece molto più antiche e risalgono anch’esse a circa 280 milioni di anni fa. Oggi sono considerate veri “fossili viventi”, poiché la loro struttura non si è modificata significativamente nel tempo.

Un capitolo a sé stante meritano le felci e gli equiseti. Nel periodo Carbonifero, centinaia di milioni di anni fa, la Terra era dominata da foreste di felci arborescenti ed equiseti giganti che, nella loro variante fossile, potevano raggiungere fino a 40 metri di altezza. Le forme attuali sono molto più piccole, ma conservano la stessa organizzazione morfologica e il particolare ciclo riproduttivo basato sulle spore. Questi vegetali hanno avuto un ruolo essenziale nell’evoluzione terrestre, contribuendo assieme ad altre specie primitive all’accumulo di materiale organico che avrebbe formato, successivamente, vasti giacimenti di carbone.

Non bisogna dimenticare nemmeno la Zelkova sicula, specie scoperta di recente e anch’essa ritenuta un autentico fossile vivente, con caratteristiche che richiamano influenze botaniche del passato preistorico.

Araucarie, Fitzroya e le conifere che sfidano il tempo

Nel continente sudamericano troviamo altre straordinarie testimoni della storia vegetale: le conifere antiche come l’Araucaria araucana e la Fitzroya cupressoides, nota come “cipresso della Patagonia”. L’Araucaria, soprannominata anche “pino del Cile”, risale ai periodi Giurassico e Cretaceo e presenta una longevità che può raggiungere il millennio. La sua resistenza alle basse temperature, agli incendi e ai venti forti ha consentito la sopravvivenza anche durante le glaciazioni, contrariamente a molti altri generi poi scomparsi.

Fitzroya cupressoides rappresenta uno degli alberi più longevi del mondo: l’esemplare conosciuto come “Gran Abuelo” si stima abbia circa 3650 anni, un’età che lo rende testimone delle profonde trasformazioni dell’ambiente circostante e delle numerose attività antropiche. Queste conifere presentano crescita estremamente lenta e tronchi massicci, protetti nei parchi nazionali sudamericani per il loro inestimabile valore naturale e storico. La loro struttura, morfologia e meccanismi di resistenza sono rimasti praticamente invariati per milioni di anni, giustificando la definizione di “fossili viventi”.

Il termine fossile vivente descrive perfettamente queste e altre specie: organismi che per motivi evolutivi, ecologici e genetici sono rimasti pressoché immuni a contributi di cambiamento, consentendo agli scienziati di studiare la storia della Terra attraverso la loro biologia.

L’evoluzione delle piante da fiore dopo i dinosauri

Le angiosperme, ovvero le piante da fiore, oggi rappresentano il gruppo vegetale più diffuso e variegato, ma la loro storia risale anch’essa all’era dei dinosauri. Un nuovo studio pubblicato su Biology Letters ha rivelato che alcune specie di angiosperme sono riuscite a sopravvivere all’estinzione di massa avvenuta 66 milioni di anni fa, nota come estinzione del Cretaceo-Paleogene. Questo evento, causato dall’impatto di un asteroide, provocò l’estinzione del 75% delle specie viventi dell’epoca, inclusi i dinosauri.

Nonostante la scomparsa di molte specie, le angiosperme sopravvissute seppero adattarsi e, grazie a nuove strategie evolutive come la produzione di fiori e frutti, soppiantarono progressivamente altri gruppi vegetali. Molte delle piante moderne che decorano i nostri ambienti derivano infatti da queste linee antichissime e resilienti.

Impatto ecologico e importanza storica

Queste piante ancestrali, sopravvissute a cataclismi globali, rappresentano veri laboratori naturali per la comprensione delle dinamiche evolutive, dell’adattamento e della resilienza di fronte ai mutamenti climatici. Il loro studio fornisce indicazioni preziose sia sul passato della Terra sia sulle possibili strategie da adottare per la conservazione delle specie attuali. L’esistenza tuttora di questi fossili viventi testimonia la straordinaria capacità di adattamento delle piante.

Visitando orti botanici, riserve naturali o semplicemente osservando i giardini cittadini, ognuno può ammirare queste affascinanti testimoni della storia naturale, capaci di raccontare capitoli di evoluzione che si perdono nella notte dei tempi.

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