I sciroppi per bambini contro il raffreddore sono tra i prodotti più richiesti nelle farmacie, specialmente durante la stagione invernale e nei periodi di maggior diffusione dei virus respiratori tra i più piccoli. Tuttavia, sorge spontanea la domanda: questi sciroppi sono veramente efficaci oppure si tratta semplicemente di un rimedio che serve più a tranquillizzare i genitori che a curare effettivamente i sintomi del bambino?
Cosa sappiamo sul raffreddore nei bambini
Il raffreddore è una delle infezioni più comuni in età pediatrica, una manifestazione virale che coinvolge le vie respiratorie superiori. Studi osservazionali dimostrano che i bambini possono contrarre un raffreddore anche dalle 6 alle 10 volte all’anno. Il decorso naturale della malattia è generalmente benigno: i sintomi si risolvono spontaneamente in 5-7 giorni, senza la necessità di terapie farmacologiche specifiche. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il raffreddore nei bambini guarisce da solo, a prescindere dal tipo di trattamento adottato.
Soluzioni come lavaggi nasali con soluzione fisiologica risultano essere tra i rimedi più validi per alleviare la congestione e facilitare la respirazione, specialmente nei bambini molto piccoli che ancora non sono in grado di soffiarsi il naso autonomamente. Anche le inalazioni di vapore possono favorire lo scioglimento delle secrezioni, ma l’utilizzo di farmaci aerosol o sciroppi deve essere sempre valutato dal pediatra di riferimento.
L’efficacia degli sciroppi: cosa dicono le evidenze scientifiche
La componente principale degli sciroppi per bambini contro il raffreddore è spesso legata al sollievo dei sintomi come tosse, mal di gola o catarro. Tuttavia, numerosi studi clinici e le principali linee guida pediatriche mettono in evidenza l’assenza di una reale efficacia superiore rispetto al placebo per la maggioranza dei farmaci contenuti in questi prodotti. In particolare, una revisione sistematica condotta dalla Cochrane ha rilevato che antistaminici, sedativi della tosse, decongestionanti nasali e broncodilatatori non offrono un beneficio clinicamente significativo rispetto al non trattamento o al solo placebo.
Inoltre, enti internazionali come l’Istituto di Sanità del Canada e la FDA negli Stati Uniti hanno sottolineato la necessità di utilizzare estrema prudenza nell’uso di questi prodotti nei bambini. Le raccomandazioni ufficiali sconsigliano l’utilizzo di sciroppi per la tosse e per il raffreddore:
- Sotto i 6 anni (Canada)
- Sotto i 4 anni (USA)
- Solo su consiglio del pediatra dai 6 anni in su
La ragione di queste restrizioni si trova nella scarsità di dati che supportino un reale beneficio e nelle possibili reazioni avverse, tra cui sonnolenza, alterazioni del battito cardiaco, iperattività o, in rari casi, effetti tossici soprattutto in caso di sovradosaggio.
Sciroppi “naturali” e altri rimedi: cosa funziona realmente?
Sul mercato esistono anche sciroppi a base di estratti vegetali e miele, che si propongono come alternativi rispetto ai farmaci tradizionali. Tra questi, prodotti come Grintuss Pediatric sono spesso descritti come utili sia per la tosse secca che per quella produttiva, poiché creano un film protettivo sulla mucosa e contribuiscono alla riduzione dell’irritazione e all’espulsione del muco. Questi prodotti vengono generalmente preferiti per la loro composizione naturale, la presenza di ingredienti biologici e l’assenza di additivi potenzialmente rischiosi. Tuttavia, anche per gli sciroppi naturali manca una solida evidenza clinica che ne dimostri un’efficacia superiore rispetto alle norme igieniche di supporto (come idratazione e areazione corretta degli ambienti) o ai già citati lavaggi nasali.
Un’eccezione parziale è rappresentata dall’uso del miele: secondo alcune ricerche, il miele può apportare un beneficio nel calmare la tosse nei bambini oltre 1 anno di età grazie alle sue proprietà lenitive. Tuttavia, rimane sconsigliato nei bambini con meno di un anno di vita per evitare il rischio, seppur raro, di botulismo infantile.
Il parere dei pediatri e le migliori pratiche
I pediatri italiani, in linea con le raccomandazioni delle principali società scientifiche, ribadiscono che per il raffreddore nei bambini la cura migliore è il supporto sintomatico e la pazienza. I consigli principali includono:
- Lavaggi nasali frequenti con soluzione fisiologica per mantenere libere le vie aeree.
- Idratazione abbondante dei bambini, adattando la quantità di liquidi anche in base all’età.
- Areazione regolare degli ambienti domestici per ridurre la concentrazione di virus negli spazi chiusi.
- Uso di sciroppi o altri farmaci solo in caso di reale necessità e sempre dietro controllo medico.
- Ricorso al medico solo in presenza di febbre persistente oltre i 5 giorni, difficoltà respiratorie, dolori intensi o sintomi insoliti.
È importante ricordare che, sebbene la tentazione di ricorrere a uno sciroppo sia forte, la fiducia nel decorso spontaneo della malattia e nelle difese immunitarie dei bambini spesso si rivela la soluzione migliore. A tal proposito, le società scientifiche suggeriscono ai genitori di evitare l’uso indiscriminato di questi prodotti e di non somministrare mai farmaci presenti in casa senza preciso consiglio del pediatra.
Infine, l’educazione delle famiglie sul reale significato del raffreddore nella crescita fisiologica dei bambini è altrettanto essenziale: questa esperienza, se gestita correttamente, contribuisce al rafforzamento del sistema immunitario del bambino, riducendo la probabilità di infezioni più gravi in età scolare.
In sintesi, gli sciroppi per bambini contro il raffreddore non rappresentano una soluzione realmente efficace secondo l’attuale consenso medico. Il loro impiego deve essere valutato con cautela e sempre sotto la guida di un professionista sanitario, privilegiando rimedi semplici, naturali e comprovati dalla pratica pediatrica.








